L’arte di parlare senza annoiare
Ti è mai capitato di assistere a una presentazione che sembrava un’agonia? Slide strapiene di testo, una persona che presentava leggendo senza guardare il pubblico con un flusso di parole che si trascinava senza fine. Siamo cresciuti con l’idea che più tempo si ha, meglio si spiega. Falso. La vera sfida è dire di più, dicendo meno.
Il problema di molte presentazioni è che si dilatano senza controllo, e più si allungano, meno valore si riesce a dare a ogni singola slide. Spesso si arriva a scorrere velocemente le ultime, senza approfondire davvero ciò che si voleva comunicare. Una volta ho assistito a una presentazione di 30 minuti con 75 slide. Un massacro. Alla fine difficile ricordare qualcosa, insieme alla fatica di seguirla.
Se vuoi imparare a comunicare senza dilungarti all’infinito, il metodo PechaKucha è ciò che fa per te.
Un’idea nata per mettere fine alle presentazioni noiose
Correva l’anno 2003, e due architetti giapponesi, Astrid Klein e Mark Dytham, avevano un problema: i giovani designer parlavano troppo nelle presentazioni. Il rischio? Annegare in un mare di parole, perdendo il valore delle idee. Serviva una soluzione drastica.
Nasce così PechaKucha (che in giapponese significa “chiacchiere”), un metodo con una regola rigida: 20 slide, 20 secondi per ciascuna. Il risultato? Un discorso di 6 minuti e 40 secondi, perfettamente strutturato, senza possibilità di annoiare chi ascolta.
Ma attenzione: lo scrivere questo articolo e il parlare di questo metodo non è un inno alla velocità fine a sé stessa. Non si tratta di correre per evitare la noia, ma di allenarsi all’essenzialità. La vera sfida non è parlare più velocemente, ma eliminare il rumore di fondo, concentrandosi solo su ciò che conta davvero.
PechaKucha è una chiamata a scegliere ogni parola con cura, a evitare il superfluo e a lasciare spazio alla sana chiacchiera che arricchisce, quella che arriva dritta al punto e che lascia qualcosa di concreto a chi ascolta.
Come funziona il metodo PechaKucha?
Hai l’abitudine di prendere il tuo tempo per spiegare? Dimenticalo. Con PechaKucha devi:
Mostrare, non spiegare → Ogni slide è visiva. Niente elenchi puntati, niente muri di testo. Solo immagini che supportano le tue parole.
Parlare con ritmo → 20 secondi per slide. Né uno in più, né uno in meno. Devi arrivare dritto al punto prima che la slide successiva appaia.
Essere essenziale → Se un concetto non sta in 20 secondi, probabilmente è poco chiaro o irrilevante. Devi tagliare, affinare, rendere ogni parola necessaria.
Perché usare il metodo PechaKucha?
Potresti pensare che un metodo così rigido sia una limitazione. In realtà è una liberazione.
Ti obbliga alla sintesi → Taglia il superfluo e lascia solo ciò che conta.
Mantiene alta l’attenzione del pubblico → Nessuno si annoierà, perché ogni slide è un nuovo stimolo.
Ti allena a parlare con precisione → Se riesci a stare nei 20 secondi, hai davvero capito il tuo messaggio.
PechaKucha è il miglior antidoto alla logorrea da palco.
Esercizio:
Metti alla prova il tuo PechaKucha
Bene, ora tocca a te. Vuoi sfidarti davvero? Prova questo esercizio.
Scegli un tema che conosci bene. Può essere un progetto, un’esperienza, una storia che vuoi raccontare.
Crea 10 slide → Usa immagini forti, niente testo inutile.
Imposta il timer → 20 secondi per slide, rigorosamente.
Registrati e riguardati → Sei coinvolgente? Come va la sintesi? E la velocità?
Rifai finché non è perfetto → Taglia il superfluo, affina le parole. PechaKucha è precisione.
PechaKucha è più di un metodo: è uno strumento per liberare la tua creatività nella comunicazione. Ti spinge a scegliere con cura le parole, a trasformare le idee in immagini potenti e a costruire un discorso che abbia un ritmo naturale, senza sovrastrutture inutili.
Se hai qualcosa da dire, costruisci il modo migliore per raccontarlo. Le tue parole possono essere un ponte, un’ispirazione, un cambiamento. Sta a te renderle vive.
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